Concretizzare il basso nel mix

Disclaimer - UPDATE 13/11/2020
Questo post è decisamente vecchio. I tempi cambiano e le tecniche migliorano, se volete avere delle informazioni più aggiornate su come avere un bel suono aggressivo sul vostro basso andate a leggere questo post più recente

Come molti di voi sapranno sono un bassista, di conseguenza sono molto attento alla resa della traccia di basso in un mix. Alcuni tendono a trascurare il basso, ma la resa di questo strumento rimane abbastanza importante, dev’essere consistente durante l’intero pezzo, deve essere “sempre presente”, il vero punto di riferimento per la costruzione di riff e armonie. Se vi siete persi il mio post su come costruire un suono di basso Heavy Metal è proprio il momento di dargli un occhio, perchè partendo proprio dal risultato di quel procedimento ora cercheremo di capire quali sono gli step finali per rendere il basso del vostro mix assolutamente invincibile.

Per aiutarmi, ho costruito una traccia di batteria utilizzando EZDrummer, l’ho affiancata al piccolo clip che ho realizzato e procederò con il mix ascoltando anche la traccia di batteria. Finalizzare il basso è un processo delicato, rimanendo isolati dalla parte di batteria potrebbe risultare in una serie di problemi soprattutto sull’interazione tra cassa e basso stesso.

Per prima cosa sistemiamo alcuni problemi che ancora sono presenti a livello di equalizzazione. Come sempre è necessario filtrare tutte le frequenze “inutili” con un high pass filter almeno fino a 40/60 Hz, in più ho notato che c’era ancora una componente di sporcizia sulle frequenze dai 250 ai 500 Hz, dipende da molti fattori, non ultimo il legno con il quale è stato costruito lo strumento, che influenza in modo determinante il suono, bisogna sempre tenerlo presente. Ho effettuato un taglio molto profondo soprattutto in questo range. In più c’è un range di frequenze in cui in genere si collocano quei “clack” strani dovuti ai battimenti delle corde sul manico. In realtà  a me piacciono molto perchè rendono il suono un po’ più aggressivo, ma hanno anche una componente che degrada il suono complessivo, quindi è preferibile fare un ulteriore cut nelle frequenze tra i 2.5kHz e i 4kHz. Ecco come ho applicato questa fase di subtractive EQ con ReaEQ di Reaper.

ReaEQ settings - Bass track
ReaEQ settings – Bass track

Dopo aver “scolpito” a dovere il suono è il momento di dargli corpo e renderlo il più consistente possibile, il basso deve avere il suo posto nel mix, non deve avere alti e bassi durante il pezzo, è l’unica costante irrinunciabile all’interno del mix (giudizio di parte? Forse!). Per fare questo la tecnica più indicata è usare due compressori, invece di uno solo molto “spinto” è meglio bilanciare il carico di lavoro grazie a due compressori in cascata. Se ne siete in possesso, provate a usare prima un compressore tipo FET (in stile 1176) per uniformare la traccia, seguito da un compressore in stile LA2A che ha la funzione ci controllare i picchi. Ovviamente l’effetto può essere ottenuto usando un qualsiasi compressore, impostando correttamente i parametri. E’ esattamente quello che ho fatto io, come potete notare dalle immagini seguenti, usando semplicemente due ReaComp in cascata:

ReaComp settings - 1st compressor to even the bass sound
ReaComp settings – 1st compressor to even the bass sound
ReaComp settings - 2nd Compressor to control peaks
ReaComp settings – 2nd Compressor to control peaks

Ora è il momento di finalizzare il tutto, riducendo al minimo le oscillazioni dell’ampiezza del segnale, mantenendolo costante e permettendogli di avere il giusto guadagno all’interno del mix. L’obiettivo è raggiungere un suono consistente, fino a notare pochissime oscillazioni dell’indicatore del volume della traccia, l’importante è ascoltare il risultato: è molto facile introdurre artefatti non desiderati se si esagera con i parametri. Un brickwall limiter è lo strumento che fa al caso nostro, come il diffusissimo Waves L1. Nel mio caso ho preferito usare uno stock plugin di Reaper, il MasterLimiter, con le impostazioni seguenti:

masterLimiter settings - finalizing the process
masterLimiter settings – finalizing the process

Ed ecco cosa ho ottenuto alla fine del processo, una traccia di basso sempre presente e pronta a supportare tutte le altre tracce del vostro mix incisivamente:

Ed eccolo insieme alla batteria:

4 Comments

  • Meme
    at 10 anni ago

    Il grande Santo con questa guida mi ha salvato il mix! Questo mi ha salvato il mix!! E non solo! Mi sono letto tutti gli articoli ho imparato molto e ringrazio per ciò che ho appreso!!Santo sei fantastico!!!!Grazie!!!

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    • Santo
      at 10 anni ago

      Grazie mille Meme! Contentissimo di averti aiutato! Spero di tornare presto a scrivere sul blog con regolarità  con nuovi suggerimenti e tecniche 😉

      Reply
  • Ivan
    at 6 anni ago

    Sinceramente a me non piace Sei troppo fuori col basso e manca di corposità…la pastosità del basso è un altra storia carissimo cordiali

    Reply
    • Santo
      at 6 anni ago

      Ciao Ivan, indubbiamente nella vita si può solo migliorare, se noti bene questo articolo è stato scritto circa 5 anni fa, che nel mondo di chi produce musica “in casa” sono eoni che ti permettono di migliorare. Ad ascoltare bene i sample che io stesso ho prodotto non posso che darti ragione, ho più volte pensato negli ultimi tempi di rivedere tutti questi vecchi post e aggiornare tutto quello che era un po’ troppo “entry level” a livello di qualità, spero di riuscirci in futuro. Nel frattempo ti ringrazio per aver letto l’articolo e aver trovato il tempo di commentare. Questo è un blog ma ovviamente sono aperto ad accogliere consigli e suggerimenti! Se volessi segnalare qui il tuo blog o i contenuti che anche tu crei per aiutare gli altri mi farebbe molto piacere! Grazie ancora!

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Software engineer, music producer and bass player (From The Depth, Mindohm, Outerburst). Welcome to my blog! I (rarely) post about music production but sometimes I also rant about anything else.

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