Mentre sto mixando non potete neanche immaginare quante volte mi capita di spezzare la concentrazione a causa di una cassa di batteria leggermente fuori tempo, una nota di basso magari venuta poco decisa, una sfumatura di voce leggermente fuori pitch o altri piccoli dettagli che non riesco proprio a farmi andare bene. Sarà per l’estrema predisposizione all’essere ossessivo compulsivo, sarà perchè mi piace fare bene i miei mix, non saprei dirlo, una cosa è certa: se devo fermarmi ogni volta per sistemare qualcosa e poi riprendere il lavoro di mixing non potrò mai essere davvero concentrato in quello che sto facendo.
Il punto fondamentale che non mi stancherò mai di ripetere (anche a me stesso, vero Santo?) è che la fase di editing è importantissima, da curare nei minimi dettagli e soprattutto conclusa fino in fondo: è facilissimo cadere nella pigrizia soprattutto in questa fase, non solo perchè tante cose si pensa possano “andare bene così” ma anche perchè è una fase abbastanza monotona. Diciamoci la verità : allineare una parte di batteria a mano colpo per colpo è davvero noioso. Ma è necessario. Non c’è via d’uscita. Se volete raggiungere un buon mix dovete partire da tracce ben registrate e senza alcun tipo di problema.
C’è un aspetto che a volte si nasconde proprio durante questa fase, perchè si tende ad ascoltare le varie parti dal punto di vista “tecnico” e non tanto musicale. In genere salta fuori sempre quando siamo completamente presi dal mix. Una parte di basso o vocale (soprattutto queste tracce sono affette da questi problemi a causa dell’ampia dinamica che hanno) a volte hanno delle note o addirittura intere parti che sono state rese dinamicamente in modo eterogeneo, magari non volontariamente. Semplicemente sono venute così. in alcuni casi, invece di usare compressori spinti all’inverosimile per uniformare le tracce (oltretutto rovinandole) vale davvero la pena fare del sano editing a mano. Ci sono molti modi per farlo, addirittura ormai sono stati pensati dei plugin proprio mirati per facilitare questo tipo di attività . Fidatevi, se le software house hanno pensato di creare dei plugin “ad hoc” vuol dire che 1) è un’attività importantissima 2) è un procedimento lungo e noioso 😀
Per avere un quadro minimo su come è possibile uniformare una traccia è possibile sintetizzare 3 modi di procedere:
- Usando l’automation sul volume: ogni DAW sul mercato (anche open source) ha una feature estremamente utile al nostro scopo: l’automation. Senza dilungarsi troppo sull’argomento, è un modo per “pilotare” effetti e volumi in maniera automatica sulla traccia. Possiamo disegnare la nostra curva di automation del volume in modo da far aumentare il volume sulle parti meno forti, o anche abbassare i picchi o così via. Niente di più semplice.
- Sistemando il gain di ogni parte a mano: fate zoom sulla traccia, individuate le zone in cui il guadagno cala dove non dovrebbe, tagliate quella parte come fosse una regione a parte e aumentate il guadagno solo di quella parte, riascoltate fin quando non ne sarete soddisfatti.
- Usando un plugin: Waves ha sviluppato recentemente i suoi “rider” plugins, il Vocal Rider e il Bass Rider, fanno esattamente quello che serve, basta inserire il VST negli insert della traccia e lasciare che il plugin lavori al vostro posto, ovviamente un minimo di impostazioni sono necessarie ma sicuramente il risultato è quello desiderato. Contro? Non sono per niente economici.
Quando avrete finito questo procedimento vi assicuro che vi sembrerà tutto più semplice: le tracce che “ballano” poco in ampiezza hanno la giusta consistenza per essere mixate al meglio. Provare per credere!
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